venerdì 17 agosto 2012

Adrenalina: Nuova Zelanda, salto nel vuoto

Nel mezzo dell'Oceano Pacifico, sulla piccola isola di Vanuatu, gli abitanti locali dimostrano il proprio coraggio lanciandosi da venti o trenta metri d'altezza con un paio di liane legate alle caviglie. Appesi e molleggiati a una struttura che sembra una partita di shangai, con un po' di terra bagnata e foglie all'arrivo per attutire la caduta. Dev'essere qui che Alan John Hackett ha capito per la prima volta la missione della sua vita. Lanciarsi nel vuoto. Pochi anni dopo, verso la metà degli anni ottanta, eccolo tuffarsi dalla Torre Eiffel e rimanere penzolante sulle teste dei curiosi: è nato il bungee jumping.

Hackett fa ritorno a casa in Nuova Zelanda, qualche migliaio di chilometri a sud di Vanuatu, e apre un sito permanente per la pratica di questa nuova disciplina. E da quel giorno laggiù, agli antipodi della nostra penisola, il bungee jumping si diffonde come da nessuna altra parte.

Se vi trovate in Nuova Zelanda nei dintorni di Queenstown non perdete l'occasione di prenotarvi un Thrillogy, un bel pacchetto di tre bungee jumping in altrettante splendide location. Si parte dallo storico Kawarau Bridge, 43 metri, un buon allenamento per affrontare le impegnative sfide successive. Secondo passo, il Ledge. Vista della città dall'alto, una piattaforma disperatamente aggrappata sul fianco della montagna che sporge innaturalmente nel vuoto, il luogo ideali per salti acrobatici. Ci si butta anche di notte, con le luci della città a tenere compagnia.
Infine il Nevis, 134 metri da una piattaforma mobile sospesa come una funivia tra le pareti di un canyon.

Dopo un'esperienza simile, sarà impossibile dimenticarsi della Nuova Zelanda.



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